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FAQ Domande e Risposte



Che cos’è l’ortodonzia?

L’ortodonzia è quella particolare branca dell'odontoiatria che studia le diverse anomalie della costituzione, sviluppo e posizione dei denti e delle ossa mascellari; è attuata esclusivamente dagli odontoiatri e specialisti in ortognatodonzia. Essa ha lo scopo di prevenire, eliminare o attenuare tali anomalie mantenendo o riportando gli organi della masticazione e il profilo facciale nella posizione più corretta possibile.


A che età si deve portare un bambino a visita ortodontica?

Considerato che alcune malocclusioni scheletrico-dentali si possono trattare già intorno ai cinque anni di età, possiamo considerare questa l’età più appropriata per la prima visita ortodontica.


Qual è il momento migliore per iniziare un trattamento di ortodonzia nel bambino?

E’ variabile, spesso dipende dalla gravità della malocclusione. Si tende a trattare precocemente, verso i 4/5 anni di età, le malocclusioni in cui si rileva un problema scheletrico che può complicarsi con la crescita, ad esempio il morso incrociato con latero-deviazione funzionale della mandibola o le terze classi scheletriche.


Si possono prevenire le malocclusioni?

Si, molte malocclusioni si potrebbero prevenire riuscendo a controllare i fattori ambientali in grado d'influire sulla crescita dei mascellari e sullo sviluppo della dentatura. Ad esempio, l'abitudine al succhiamento del dito o del ciuccio prolungata nel tempo, può in qualche modo interferire con il formarsi di un buon ingranaggio occlusale. E la mancata formazione di un buon ingranaggio occlusale a sua volta mantiene atteggiamenti funzionali della muscolatura periorale capaci di potenziare il disallineamento dentale.


Gli apparecchi ortodontici sono tutti uguali?

No, non sono tutti uguali. Si distinguono, prima di tutto, in fissi e mobili. I primi s’incollano o si cementano ai denti, i secondi li applica e rimuove il paziente. Quello che va compreso è che l’apparecchio, per l’ortodontista, è uno strumento per raggiungere un fine, che in parte è predefinito da modelli ideali di riferimento e, in altra parte, va programmato in base alle effettive necessità ed esigenze personali del paziente. Solo dopo aver analizzato tutti i dati relativi alla malocclusione da trattare, e solo dopo averli combinati alle aspettative del paziente, può essere selezionato l’apparecchio ortodontico.


Si, a seconda della gravità della malocclusione e delle richieste estetiche del paziente, abbiamo a nostra disposizione diverse soluzioni.

Attacchi in ceramica policristallina o monocristallina. Sono da considerarsi il massimo dell’estetica nell’ambito delle apparecchiature vestibolari (sulla superficie esterna del dente) essendo completamente trasparenti. Ad essi possono essere associati dei fili bianchi per aumentare la resa estetica.

Attacchi personalizzati incollati sulla superfice linguale (interna) dei denti. Questa soluzione estremamente innovativa rappresenta la soluzione ideale per chi ha richieste estetiche elevate e non accetta compromessi nel trattamento della propria malocclusione.

Mascherine trasparenti costruite sulla ricostruzione tridimensionale della bocca del paziente. Esse sono costituite da materiali trasparenti e sono rimovibili, per cui possono essere rimosse durante i pasti e in specifici eventi sociali a seconda delle esigenze del paziente.


Anche l’adulto può sottoporsi al trattamento ortodontico?

E’ possibile allineare i denti a qualunque età, purché i tessuti di sostegno dei denti siano in buone condizioni di salute.

Inoltre il trattamento ortodontico nell’adulto può essere coadiuvante a un trattamento implantare o protesico migliorandone i risultati estetici e nel tempo.


Come faccio a sapere se ho bisogno di un trattamento ortodontico?

Spazi, rotazioni, inclinazioni oppure affollamenti tra i denti sono segnali di allarme che possono significare che hai bisogno di ortodonzia. Qualche volta i segnali non sono così evidenti: il combaciamento sbagliato o il consumo anormale dei denti può causare dolore alle articolazioni della mandibola ed instabilità del morso.


Che cos’è il bite?

Bite è un termine diventato di uso comune per indicare una placca, normalmente in resina, da porre tra le due arcate dentarie, per modificarne le relazioni spaziali nel combaciamento senza modificare in alcun modo permanente i denti e la loro disposizione. La sua azione è prevalente quindi sulla funzione neurale e muscolare e sull'adattamento articolare a questa. Di regola non sostituisce denti mancanti, ma si aggiunge e si interpone tra quelli preesistenti. Da comparsa occasionale nella routine delle cure odontoiatriche del passato è diventato il protagonista della cura dei disturbi occlusali e posturali. Negli ultimi quindici anni il suo utilizzo si é generalizzato. Usato ed abusato quindi, da quel che vediamo nella pratica quotidiana, il bite può essere un ausilio terapeutico di importanza fondamentale quando veramente indicato, ben concepito e attentamente costruito.


Bite e paradenti, sono diversi?

A volte si fa confusione tra bite e paradenti, ma va detto sono due cose differenti. Il paradenti come dice il nome stesso ha una funzione principalmente protettiva e nella maggior parte dei casi si pone sull'arcata superiore dei denti. Il bite d'altra parte ha una funzione correttiva, anche se una protezione la dà anch'esso, e generalmente si pone sopra l'arcata dentale inferiore, anche per ragioni di comodità.


Che benefici può avere il bite sull’attività sportiva?

A livello di performance sportiva gli effetti che può portare il bite possono riguardare quindi sia un fatto posturale, muscolare e articolare, ma anche la sfera della capacità attentiva. Nel caso che persistano problemi un bite può riequilibrare l'occlusione dentale errata con benefici su postura, coordinazione motoria e prevenzione di possibili infortuni. Al tempo stesso, i benefici possono riguardare anche la diminuzione di stress e affaticamento, l'aumento quindi della resistenza e della concentrazione a vantaggio generale di performance e benessere. I dati presenti in letteratura scientifica a tal riguardo sono ancora contrastanti ma numerosi riscontri clinici ne giustificano l’utilizzo.







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